AM Modelli Navali

Ardito

Appunti di raddobbo


Di Alberto Maretti

Dopo diversi anni di oblio nella sede Amirel, mi sono preso a cuore la sorte del modello navigante del Cacciatorpediniere Lanciamissili Ardito, costruito nel 1985 dall’ex presidente Franco Villoresi.

Il modello in scala 1:100, presentava evidenti i segni del tempo, con diversi problemi allo scafo, al ponte ed alle sovrastrutture, dovuti anche all’utilizzo come modello da esposizione e quindi soggetto ad urti nel trasporto.

Sullo scafo ho rilevato uno sfondamento sul mascone di sinistra, la totale sfogliatura della chiglia, crepe e fenditure in diverse parti delle fiancate, dei timoni e nello specchio di poppa, battagliola praticamente a pezzi, ed uno stato complessivamente deplorevole della verniciatura.

Dettagli della costruzione ed una completa galleria fotografica su:

http://www.amnavimodel.it


Il ponte si presentava rovinato in diverse parti, dove grumi polvere e di colla di particolari mancanti, sfogliatura della vernice, rigonfiamenti vari, ed i dislivelli dei pannelli longitudinali, (ricavati per poter consentire l’accesso e la manutenzione ai dispositivi elettronici ed elettrici RC), davano l’effetto di un diffuso stato di deterioramento.

Le sovrastrutture evidenziavano la troncatura dell’albero maestro, dove mancavano diverse antenne ed apparati di trasmissione, il deterioramento diffuso della verniciatura, con evidenti segni di precedenti tentativi di restauro, supporti, gru ed aste ormai distaccati e a zonzo per la nave. Anche le armi di bordo presentavano evidenti segni di deterioramento, sia dei particolari che della verniciatura.

L’interno dello scafo, presentava principalmente problemi legati all’allentamento del supporto della motorizzazione, e diverse sezioni da rivedere completamente in base all’aggiornamento tecnologico (impianti elettrici ed elettronica) ed alla distribuzione dei pesi.

Quest’ultimo problema abbastanza rilevante in quanto il modello è stato, per buona parte, realizzato con pesante uso di metallo. La prova in acqua ha difatti evidenziato la necessità di alleggerire, soprattutto in alto le strutture metalliche.


Indice



Indice

 


 

Indice


 

Analisi materiale documentale


La mia intenzione è stata di ripristinare il modello nell’allestimento che aveva alla consegna alla Marina Militare Italiana nel 1973 e non dopo i successivi lavori di mezza vita, che hanno portato ad un potenziamento principalmente del sistema di combattimento e controllo ed ad una variazione del profilo di coperta.


Oltre ai piani di cantiere della ANB (Associazione Navimodellisti Bolognesi), ho iniziato a cercare la documentazione fotografica.


In rete ho scoperto con grande piacere il sito degli Amici di nave Ardito , preziosissima fonte di informazioni e ricchissimo di fotografie che documentano la vita della nave in ogni fase della sua lunga storia.


In dettaglio sono state analizzate le foto in cantiere ed in bacino di carenaggio, da dove si sono rilevate, sul modello, la mancanza delle due pinne stabilizzatrici, e delle due alette antirollio prodiere, oltre che alla colorazione chiara dell’opera viva.

 

Successivamente è stato verificato l’armamento, dove è stata presa la decisione di sostituire il cannone da 127/54 molto pesante e non molto particolareggiato, di ricostruire la parte mancante dell’alberatura radio, e la sostituzione del lanciamissili Albatros non attinente allo stato del 1973, con un’altro nuovo cannone da 127/54.

L’analisi della documentazione fotografica ha portato anche alla decisione di sostituire l’elicottero imbarcato, un’Agusta AB-212. ASW, fuori scala sul modello.

Altri particolari, come la mancanza delle luci di via, il tipo delle scialuppe imbarcate, alcuni dettagli come volani e manopole, impianti antincendio etc. sono stati presi in considerazione, pur consapevole che la scala non consente una realizzazione estremamente dettagliata degli stessi.


Un breve riepilogo delle caratteristiche di Nave Ardito estratte da Wikipedia.

 

Descrizione generale    
  Tipo Cacciatorpediniere lanciamissili
  Classe Audace
  Identificazione D 550
  Cantiere Italcantieri di Castellammare di Stabia
  Impostata 19 luglio 1968
  Varata 27 novembre 1971
  Entrata in servizio 5 dicembre 1973
  Radiata 2006
     
Caratteristiche generali    
  Lunghezza 140,7 m
  Larghezza 14,7 m
  Pescaggio 4,5 (6,4) m
  Propulsione 4 Caldaie Foster Wheeler
    2 Turbine Ansaldo/General Electric
    Potenza:73.000 hp (53.676 kW)
  Velocità 33 nodi
  Equipaggio 30 + 350
     
Equipaggiamento    
  Sensori di bordo radar
  Sistemi difensivi ESM\ECM
    2 lanciarazzi multipli SCLARdi 20 tubi da 105mm per chaff/flares
    Sonar: CWE-610A MF
     
Armamento    
  Armamento 2 Cannone da 127/54 mm
    4 Cannoni OTO Melara Compatto da 76/62 mm
     
  Siluri 2 lanciasiluri tripli tipo MK 32 per siluri ASW da 324mm (12 armi Mk 46/A244)
    2 sistemi binati da 533mm per 12 siluri tipo A-184 ASuW/ASW
  Missili 1 Sistema missilistico Mk 13 con 40 missili Standard SM-1MR
    1 sistema Tartar
  Mezzi aerei 2 elicotteri medio-leggeri AB-212ASW

Motto Nihil obest – (Nulla può fermarmi)

Indice



Scafo


Date le complessive condizioni del modello, la prima operazione è stata lo smontaggio completo di tutte le strutture, interne ed esterne.
Lo scafo è stato ripulito, dove possibile, dagli innumerevoli strati di vernice, sfogliandolo manualmente o con una lama sottile.

Questa operazione ha messo in luce ulteriori situazioni critiche, che hanno consigliato di approfondire la pulizia.

Sono occorse diverse fasi di carteggio, tutte rigorosamente manuali, dapprima con carta vetrata di grana grossa (40), via via sempre più fine, per riportare la carena ad uno stato lavorabile.

Per irrobustire lo scafo messo a nudo è stata passata una leggera mano di resina epossidica bicomponente.
Durante questa fase sono state costruite e applicate le due pinne stabilizzatrici (in alluminio), e i due stabilizzatori prodieri in legno di mogano.

Poi è stata la volta della stuccatura che, eseguita con resina addittivata, ha interessato soprattutto la chiglia, la prua e lo specchio di poppa.

Dopo l’ulteriore carteggiatura delle parti stuccate, sono state passate altre tre mani di resina, ovviamente alternandole solo a valle dell’asciugatura della mano precedente.

A questo punto è stato possibile iniziare la procedura di verniciatura dello scafo.

Indice


 

Verniciatura scafo


Dopo aver leggermente carteggiato con carta a grana fine tutto lo scafo, e averlo ripulito con un panno umido, ho applicato una prima mano di vernice di fondo.

Avendo utilizzato un fondo bianco, è stato facile mettere in evidenza le più piccole imperfezioni con un pennarello nero, consentendo così di riprendere ed accompagnare le forme dello scafo con dello stucco ed una carteggiatura ulteriore, per risolvere i più piccoli problemi.

Una nuova mano di fondo, questa volta di color grigio, e lo scafo è pronto per la verniciatura!!!


Dalle rilevazioni fotografiche, l’opera viva dovrà essere di colore grigio (antivegetativo), mentre l’opera morta sarà di colore grigio marina opaco. La linea di galleggiamento di un notevole spessore, sarà nero opaco.

Dato che le colorazioni dell’opera viva e dell’opera morta sono pressoché identiche, ho mascherato solamente il ponte con carta di giornale e nastro carta, ed ho iniziato a spruzzare il colore grigio.

Per ogni passaggio è sempre necessario attendere il giusto tempo di asciugatura, per evitare le colature, che sono sempre in agguato!!!

Meglio 5 passaggi uniformi con calma e parsimonia, che 20 di fretta!!!




Al termine della colorazione dello scafo, ho riportato la linea di galleggiamento sullo scafo come da piano di cantiere. Ho poi ricavato dalle foto lo spessore, che ho riportato sullo scafo come un’altra linea parallela.


Ho quindi mascherato le superfici superiore ed inferiore dello scafo, ed ho iniziato a spruzzare il colore nero.

Ad asciugatura completata, è stata tolta la mascheratura ed è stata fatta una leggera carteggiatura ad acqua con carta a grana finissima, per uniformare l’opacità del colore. E per poter vedere il risultato completo, sono state poggiate le sovrastrutture per una foto di rito!!!

Prendendo poi a riferimento i piani, sono stati collocati i due paraeliche laterali (precedentemente ripuliti e riverniciati), forando lo scafo nei punti previsti, avvitando i supporti internamente, e sigillandoli con resina epossidica.

Ed ecco che si può ammirare il risultato!!!

Indice


 

Numero identificativo

Ora non manca che il numero di riconoscimento!!!

Questo è fatto di lamierino sottilissimo, verniciato di rosso. Il carattere D e ogni numero che compone la sigla, sono applicati singolarmente, dopo aver delimitato la zona di incollaggio con nastro carta e prese le opportune distanze in base ad una foto d’ausilio.

Questo consente di mantenere il giusto allineamento come nella realtà delle foto.

Indice



Ponte


Il ponte, precedentemente già liberato dalle varie tughe ed attrezzature di coperta, è stato carteggiato e ripulito di tutti i grumi, i residui di colla, di vernice e della struttura reticolare ormai deteriorata.

Sono stati stuccati tutti i fori e le crepe, mentre le grinze sono state spianate dal successivo carteggio. Anche i pannelli amovibili sono stati riallineati cercando di renderli più omogenei alla coperta stessa. Ciò ha consentito di ripristinare il corretto profilo della linea di coperta.

La verniciatura successiva è stata fatta a pennello, con una soluzione di nero opaco diluito con del bianco in grigio scuro.


Dopo l’allineamento, la cucitura e la verniciatura, sono state montate le reti di protezione poppiere, intorno alla pista di atterraggio.


E’ stata poi approntata la pista di atterraggio a poppa, dove oltre al numero di riconoscimento, sono state posizionate delle bande adesive bianche, sagomate ad hoc come rilevato nelle fotografie.

Le battagliole che corrono lungo il ponte sono state ricostruite da zero, con i candelieri realizzati con tondini di plasticard, e le draglie con filo di cotone. Il tutto verniciato di grigio, come lo scafo.

Indice


Dettagli ponte

Gli armadi presenti a centro barca, come le gruette, gli argani, e gli autogonfiabili sono stati ripuliti, carteggiati stuccati e riverniciati.

Le gru per le scialuppe, essendo di lamierino, risultavano piegate e la stratificazione della vernice ne aveva aumentato le dimensioni. E’ stato necessario eliminare tutta la vernice e riportare a metallo le superfici, che sono state poi verniciate con il solito grigio.

Le ancore sono state carteggiate per rimuovere completamente la vecchia vernice ormai screpolata, e riverniciate in nero opaco. Anche le catene delle ancore sono state ripulite e riverniciate di nero opaco.

Alle scialuppe è stato eliminato il telo superiore, sono state carteggiate fino ad eliminare la vecchia vernice, e sono state riverniciate in grigio con l’opera viva in nero opaco. E’ stato anche ritagliato un nuovo telo, e cucito su ambedue le scialuppe.

Indice


 

Sovrastrutture


Il primo intervento fatto è stato la ricostruzione, a partire dal piano, della parte superiore dell’albero maestro, dove mancavano diverse antenne ed apparati di trasmissione. Questa è stata realizzata con particolari di legno, plasticard ed ottone, assemblati, incollati, saldati ed infine verniciati di colore nero opaco.

Indice


 

Armi


Non essendo conforme alla documentazione fotografica, ed essendo in metallo, sono stati sostituiti il cannone da 127/54 e il lanciamissili Albatros. Oltre che all’attinenza della realizzazione del modello in configurazione 1973, quindi con due cannoni 127/54, questa sostituzione ha consentito un notevole alleggerimento.

La carcassa del cannone è stata realizzata partendo dai disegni originali, ma costruendola in cartoncino.

Il cartoncino è stato poi rinforzato con due mani di resina epossidica e micro filler, che hanno contenuto il suo peso in 2 grammi.

La canna ed il suo supporto sono stati colati in resina, con lo stesso metodo di stampaggio dell’elicottero (nel prossimo paragrafo). Le scalette sono in filo di ottone saldato, mentre le manopole dei portelli in plasticard.

Anche il cannone è verniciato di grigio, come lo scafo. Il tutto per un peso finito di 4 grammi.

I 4 cannoni “Compatto” da 76/62, i 2 gruppi trinati di lanciasiluri e i 2 lanciarazzi multipli sono stati carteggiati, stuccati e riverniciati di colore grigio. Le canne dei cannoni sono state verniciate di colore nero opaco, mentre i razzi di verde oliva opaco.

Ed ecco come si presenta il modello a questo punto del restauro.

Indice


Elicottero


Per rispettare la scala è stato sostituito il vecchio elicottero AB212 in scala 1:72, costruendone uno nuovo in scala 1:100.

Non trovando in commercio il modello in scala 1:100, ho deciso di costruirne uno in resina, a partire dallo stampo in gomma siliconica, avvalendomi di un modello pressofuso in metallo di un AB412.

Creati gli stampi per i vari elementi, la cabina, il muso, il motore, i rotori, il verricello ed i pattini, ho provveduto a fare le colate di resina, che una volta consolidata, ha potuto essere lavorata per convertire l’AB412 in AB212.


La conversione ha comportato l’aggiunta delle antenne e del radar, lo spostamento del rotore di coda sul lato sinistro, la modifica del motore e del rotore a due pale.

La verniciatura e l’apposizione delle decal, hanno consentito la trasformazione in un bell’esemplare di AB212.

Indice


Motorizzazione


Dato che ho deciso di mantenere i due motori smontati dal modello, questi sono stati revisionati, ingrassati e ripuliti. Sono inoltre stati dotati di filtri antidisturbo, costruiti con condensatori di opportuno valore, ed anche di fusibili di protezione, per evitare sovraccarichi ai regolatori di tensione.

Purtroppo il supporto originario dei motori, fissato su un unico punto di appoggio, era soggetto a oscillazioni dovute allo sbilanciamento dei due motori attestati su ingranaggi e giranti su due assi controrotanti.

E’ stato quindi deciso di rimuoverlo e costruire due supporti singoli, fissati separatamente al fondo dello scafo.
A questo scopo è stato usato un profilato di alluminio tagliato a misura, dove sono stati ricavati gli opportuni fori per il fissaggio del motore, per il passaggio dell’asse, e per il fissaggio alla base di ogni singolo motore.

La base è stata ricavata da un opportuno listello di compensato, tagliato a misura e forato per ospitare 8 viti da 5mm.
Una volta assemblato il tutto, e collegati i motori con gli assi attraverso la demoltiplica degli ingranaggi originari, è stato verificato e tarato l’allineamento ed il gioco degli ingranaggi.

E’ stata quindi fissata la base dei supporti al fondo dello scafo tramite resina epossidica.

Nonostante la creazione ex novo di tutto il supporto e basamento motori, il problema non è stato risolto, in quanto i vecchi ingranaggi non consentivano un efficace trasmissione, (vibrando decisamente e rumorosamente).

Ho deciso quindi di rimuovere tutti i nuovi supporti, sostituendoli con due supporti in legno fissati allo scafo con colla epossidica, ai quali sono stati assicurati i motori tramite delle fascette di tenuta a scatto (normali fascette da elettricista).

Gli ingranaggi sono stati sostituiti con una cassa ingranaggi, con albero di trasmissione cuscinettato e ridotto. Il tutto unito all’asse portaelica con un raccordo fisso.

Questo ha consentito di aumentare l’efficacia dei motori, riducendo a livello accettabilissimo il rumore e le vibrazioni.

 

Indice


 

Timoni


Anche i due timoni sono stati carteggiati e ripuliti dai numerosi strati di vernice, stuccati dove necessario e carteggiati di nuovo, fino ad assumere la dimensione prevista.

I timoni sono stati poi resinati per renderli completamente stagni.

Una volta asciutti, e dopo una leggerissima carteggiatura con carta a grana fine, i timoni sono stati verniciati con lo stesso colore grigio utilizzato per lo scafo.

 

Indice




Attività


Giunto al punto di aver completato il restauro dello scafo ed aver restituito l’efficienza e la navigabilità al modello, l’Ardito è stato provato in acqua, e dato che era in corso una gara del Campionato Regionale AMIREL, ho preso l’occasione al balzo per disputare la prova.

E poi, pur non avendo ancora completato il restauro delle sovrastrutture, sono proseguite le partecipazioni alle gare, alle mostre ed alle esibizioni.

Ed ecco l’Ardito, terzo classificato nel Trofeo regionale AMIREL 2010 nella Classe B2!!! 


L’Ardito in navigazione a Tor di Quinto nel marzo 2011:

 


Ad aprile…

 


A giugno…

 


A settembre…

 

In banchina con l’Incrociatore Portaeromobili Garibaldi… e alla fregata Lupo!!!

E primo classificato nel Trofeo Regionale AMIREL 2011 nella Classe B2!!!

In navigazione con il Garibaldi…


 

E ancora primo classificato nel
Trofeo regionale AMIREL 2012
nella Classe B2!!!

 

 

E di nuovo primo classificato nel Trofeo regionale AMIREL 2013 nella Classe B2!!!

 

 


Una bella virata in velocità durante una gara del campionato regionale…


 

Festa della Repubblica - Mostra di modellismo 2 giugno 2013 al Laghetto Granieri

 

 

Ludica Model 2012: durante l’attracco…

 

 

http://localhost/amnavimodel/Pozzetto/Ludica%20Model%202013/images/sam_7283.jpg

Ludica Model 2013

 


 

E non poteva mancare una bella ripresa dell’Incrociatore Portaeromobili Garibaldi in navigazione con la scorta del Cacciatorpediniere Ardito.

Portaerei Garibaldi e Nave Ardito in navigazione

Filmato YouTube



Dopo quattro anni di intensissima attività, il modello è stato posto in cantiere, in quanto c’è l’intenzione di completarne il restauro, ma per causa di forza maggiore, dovrà attendere tempi migliori!!!

Piano piano… :)

Indice